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Il controllo periodico della Centrale Rischi bancaria
Sappiamo tutti quanto sia importante monitorare periodicamente la Centrale Rischi (CR), ovvero la principale banca dati che fornisce preziose informazioni sulla posizione debitoria complessiva dei clienti bancari.
Le stesse banche utilizzano la CR per formarsi un cosiddetto “giudizio andamentale”, che in una qualche misura influenza il rating attribuito dalle stesse al cliente debitore e, in funzione del quale, queste predeterminano l’ordine di grandezza di tassi e aliquote delle commissioni di affidamento da praticare al cliente.
In altri termini, si può affermare che dalla qualità dei dati esposti sulla CR dipende anche il tasso effettivo globale, al quale la singola impresa si finanzia nei confronti del sistema bancario.
Il controllo risulta dunque indispensabile per verificare la correttezza dei dati presenti nella CR, istituto per istituto (in verità possono essere presenti anche altri “intermediari”, come le società di leasing), in relazione ai rischi a scadenza, a revoca e autoliquidanti.
Nel dettaglio, si presenta piuttosto agevole la prima parte del controllo numerico degli affidamenti accordati e utilizzati; tuttavia è opportuno verificare l’esattezza del dato esposto che si riferisce ad un valore per “data operazione”: relativo all’ultimo giorno del mese, ricavabile dagli strumenti di analisi del gestionale di tesoreria e non strettamente coincidente alla misura di utilizzo medio statistico della linea di credito.
La lettura del prospetto della CR si complica quando si passa ad analizzare i singoli codici relativi al tipo di attività e allo stato del rapporto, dato che in alcuni casi questi parametri possono essere letti negativamente dagli algoritmi di calcolo del giudizio andamentale predisposto da ogni banca.
Infatti una certa tipologia di “stato rapporto” potrebbe essere giudicata in modo negativo dalle banche e concorrere al peggioramento del rating dell’impresa.
Il controllo periodico dovrebbe inoltre focalizzarsi sulla ripartizione dei cosiddetti “crediti pagati” e “crediti impagati”, la cui lettura potrebbe far emergere un’errata valutazione sulla reale “percentuale degli insoluti” della impresa; dato che gli insoluti sulle ricevute bancarie sono “automatizzati” (il circuito è del tutto informatizzato). Mentre i mancati pagamenti degli anticipi su fatture potrebbe anche essere il frutto di un errore nella procedura con la quale talvolta l’impresa cliente richiede una proroga su alcune fatture anticipate.
Migliorare la conoscenza della propria CR e dialogare con i singoli gestori sulle eventuali problematiche riscontrate è un’ottima modalità per costruire le basi per un buon negoziato sulle condizioni di tasso passivo praticato sulle diverse linee di credito e per una più serena valutazione del merito creditizio dell’impresa.